I primi riferimenti storici riguardanti questo particolare vitigno endemico risalgono al 1813-1814, nel diario di Giorgio Gallesio, durante il suo soggiorno a Pontremoli, informandoci, inoltre che a quel tempo la "Barbarossa" veniva così chiamata anche a S.Stefano e Caprigliola due zone della Lunigiana e conosciuta sotto questo nome anche a Massa.
Successivamente il Raffaelli, nella Monografia Storica ed Agraria del Circondario di Massa
Carrara compilata fino al 1881, cita la "Barbarossa" tra "i principali vitori della Lunigiana"
Nell'Almanacco Pontremolese (1984) viene indicata col nome dialettale di "Barbarusa", tra le diverse qualità di uve nere Pontremolesi "prodotte da vitigni italiani e spagnoli, selezionati in tempi lontani e riconosciuti, per esperienza, adatti al terreno e al clima della Lunigiana".
Il progetto di recupero e valorizzazione del vitigno mira ad ottenerne l'iscrizione nel "Catalogo Nazionale dell Varietà di Vite". Tale riconoscimento è il primo passo per poter poi procedere al suo impianto in quantità produttive e di qui alla richiesta della DOC per il rosato di puro vitigno Barbarossa.
L'idea parte alcuni anni fà dalla constatazione che questo vitigno, presente nell'area in modo sporadico, subisce l'erosione genetica e rischia l'estinzione. Il Podere Del Tordo ha alcuni filari di questo vitigno, di impianto databile intorno agli anni '20-'30, ed è già da diversi anni che produce un Vino Rosato, ottenuto con mostificazione naturale su buccia di circa quattro-cinque giorni di fermentazione che conferisce al vino un aroma inconfondibile ed un sapore unico.